Orsoni Venezia 1888: l’antica arte veneziana del mosaico tra memoria e futuro

orsoni venezia 1888

Nel cuore di Venezia, da 136 anni, gesti antichi si ripetono per realizzare un’assoluta eccellenza: le tessere vitree per mosaico realizzate da Orsoni Venezia 1888 brillano nei luoghi più iconici dei cinque continenti.

Un fuoco brucia da più di cento anni nel cuore del sestiere Cannaregio, a Venezia: è quello della fornace Orsoni Venezia 1888 che, dalla sua fondazione, produce rigorosamente a mano tessere per mosaico in pasta vitrea.

Forte della tradizione veneziana nella lavorazione del vetro, la Orsoni (da quando Angelo ricevette a titolo gratuito la fornace da parte del suo datore di lavoro e fondatore della fornace Giandomenico Facchina, fino all’attuale gestione da parte di Trend Group guidata da Riccardo Bisazza) ha tramandato, di generazione in generazione, competenze e tecniche talmente raffinate che nessun algoritmo potrà mai soppiantare.

Dal campionario dei colori che Angelo Orsoni portò all’Esposizione Mondiale di Parigi nel 1889, e che fa bella mostra di sé nei locali della Domus Orsoni, fino all’attuale “Biblioteca del Colore” che custodisce più di 3500 nuances, la ricerca tecnologica e l’incessante tensione verso la realizzazione di un prodotto di assoluta qualità è stata la costante che ha guidato ogni scelta. Eccellenza che è data, come già detto, dall’imprescindibile apporto umano che rende ogni singola tessera un pezzo unico di altissima qualità, per la realizzazione di opere musive di assoluto pregio.orsoni venezia 1888

Il Maestro del colore mesce i minerali e li incorpora ad una base bianca fino ad ottenere la giusta sfumatura di colore richiesta dal committente, per ottenere la quale, mi spiegano, non esiste ricetta: tante sono le variabili, dalla temperatura all’umidità, che solo una profonda esperienza e l’occhio del Maestro sono gli strumenti che permettono di ottenere il risultato desiderato.

Una volta ottenuto il colore, la pasta vitrea solidificata viene tagliata a mano, al fine di donare ad ogni singola tessera una superficie riflettente simile ma mai uguale, sulla quale la luce danzerà in modo unico, per regalare vibrazioni di colore e di pura emozione (guarda il video).

Molto rilevante è anche la produzione di tessere di oro zecchino, anch’esso battuto rigorosamente a mano fino ad ottenere una sottilissima sfoglia, che sarà imprigionata sotto un altrettanto sottile strato di vetro, il cui colore saprà donare, al prezioso metallo, le sfumature più inconsuete. Di Orsoni sono, ad esempio, le tessere d’oro impiegate nel restauro degli apparati musivi della Basilica di San Marco, una tonalità d’oro esclusiva, mi raccontano, diversa da ogni altra, dedicata alla casa del Santo della Serenissima.

Come un ponte tra passato e futuro, e tra Oriente ed Occidente, ruolo da sempre appartenuto alla splendida città che ci ospita, i mosaici di Orsoni Venezia 1888 decorano principalmente edifici di culto, sia antichi sia di nuova costruzione, dal mausoleo Samdek Sok An Stupa in Cambogia alla Sagrada Familia di Gaudì a Barcellona, ma non soltanto: l’oro di Orsoni brilla anche all’esterno del Museo dell’Academy Award a Los Angeles come nei lussuosi alberghi di Dubai.

Da qualche tempo, infatti, l’impiego del mosaico è entrato a far parte delle proposte più esclusive di architetti e interior designer, che propongono alla loro esigente clientela di arricchire le loro magioni con motivi realizzati a mosaico, una via di mezzo tra pezzi di design e vere e proprie opere d’arte. Ed è proprio il mondo dell’arte che Orsoni intende sempre più coinvolgere con il progetto “Art & Culture”: una proposta volta a sviluppare progetti culturali come residenze artistiche, talk, conferenze e collaborazioni per approfondire tecniche e competenze che pongono al centro lo studio del colore e la tecnica musiva.

Forte della sua storia, la Orsoni è intensamente proiettata verso il futuro: un altro progetto essenziale per tramandare alle future generazioni le tecniche e le competenze legate alla produzione di tessere musive è la realizzazione della “Scola”, che prenderà vita in alcuni locali della fornace, e che permetterà di formare giovani ,Maestri del Colore e tecnici specializzati per un sogno colorato che racconterà per sempre la magnificenza di Venezia.

Benedetta Tintillini

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